Solo atti indifferibili e urgenti prima delle elezioni
Siamo ormai entrati nei 45 giorni - periodo “bianco” - prima delle elezioni comunali (previste il 3 e 4 ottobre prossimo). L’art. 38 comma 5 del Tuel dispone: “I consigli durano in carica sino all'elezione dei nuovi, limitandosi, dopo la pubblicazione del decreto di indizione dei comizi elettorali, ad adottare gli atti urgenti e improrogabili”.
Non è rinvenibile nell’ordinamento una precisa elencazione normativa degli atti che possono, a priori, classificarsi come urgenti ed improrogabili; spetta, dunque, al consiglio comunale in scadenza, nella propria autonomia, individuare i casi in cui ricorrono gli estremi dell'urgenza e dell'improrogabilità.
La limitazione delle potestà consiliari trova la sua ratio nella necessità di prevenire da parte del Consiglio Comunale uscente la possibilità di condizionare il corpo elettorale attraverso una captatio benevolentiae motivata dalla finalità di ottenere maggiori consensi anziché di salvaguardare l'interesse pubblico. Il caso in esame è al confine: da un lato si rinviene la possibilità di condizionare il corpo elettorale attraverso una captatio benevolentiae, dall’altro però emerge anche un fine pubblico.
Si ritiene che l'organo consiliare possa approvare solo gli atti essenziali ed indifferibili, imposti dalla necessaria continuità dell'azione amministrativa, e cioè gli atti in relazione ai quali è previsto un termine perentorio e decadenziale, o in relazione ai quali emerge una scadenza decorsa la quale essi divengono inutili o scarsamente utili rispetto alla funzione per cui devono essere formati, o in relazione ai quali si impone comunque la necessità di evitare inerzie, fonte di conseguenze significativamente pregiudizievoli per l'interesse pubblico perseguito.
La disposizione di cui all'art. 38, comma 5, TUEL, "è specifica per i consigli comunali (e provinciali) e non sembra applicabile per analogia alle giunte ed ai sindaci", come si è espresso il Ministero dell’Interno nel parere del 4 febbraio 2020.