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La Corte dei Conti Lazio, con deliberazione n. 105/2022/PRSE, ha accertato la presenza di gravi irregolarità nella gestione di una società controllata in house, rilevando criticità nei rapporti intercorrenti tra l’Amministrazione socia e la stessa società. In particolare i Magistrati hanno sottolineato come la società controllata si occupa della gestione di una moltitudine di attività per il proprio Ente socio, “alcune anche particolarmente delicate”, senza che l’Amministrazione abbia “correttamente regolato i rapporti e i costi con il soggetto delegato, trasferendo annualmente alla Società controllata risorse prive di qualunque possibilità di riscontro della correttezza”.

Particolari carenze sono difatti state rilevate su diversi livelli, ovvero:

• su prezzi e tariffe applicate, le quali “non hanno avuto alcuna valutazione di congruità”;
• sul contratto quadro, nel quale “non sono stati redatti gli allegati relativi ai singoli servizi”;
• sull’esercizio dei poteri di controllo da parte del Socio, che solo di recente ha attivato il controllo analogo, tra l’altro “senza particolari esiti”, provvedendo all’iscrizione presso il registro ANAC dei soggetti affidatari solamente nel corso del corrente esercizio;
• sulla relazione da redigere ai sensi dell’art. 34, comma 20 del d.l 179/2012 (conv dalla l. 221/2012) ogni qualvolta vi sia un affidamento di servizi, la quale risulta “del tutto assente nel caso in esame”.

Ulteriori problematiche sono state individuate in relazione ai servizi di manutenzione del verde pubblico, stradale e degli immobili svolti dalla controllata: non risultando presenti inventari aggiornati per nessuna delle categorie citate, la Corte ha chiarito come “ciò costituisce non solo una irregolarità gestionale, ma si riverbera in una irregolarità contabile connessa ai trasferimenti alla Società a titolo di compenso per i diversi contratti.”.

In tal senso il Collegio ha invitato l’Amministrazione ad adottare “idonee misure correttive necessarie a superare le irregolarità” individuate.