Riforma del codice degli appalti, le osservazioni di ANAC
L’Autorità Nazionale Anticorruzione ha elaborato un testo di osservazioni allo schema di Nuovo Codice degli Appalti attualmente all’esame delle commissioni parlamentari. Per Anac, la riforma del Codice dei contratti pubblici rappresenta un fondamentale pilastro nel complesso disegno riformatore previsto dal Pnrr, su cui si basa il corretto funzionamento di un settore cruciale e strategico per lo sviluppo del Paese. L’Autorità esprime, pertanto, il convinto apprezzamento per il lavoro finora svolto da tutti gli organi istituzionali preposti, a partire dalla Commissione speciale nominata dal Consiglio di Stato, con cui Anac ha proficuamente collaborato, condividendo l’elaborazione di molte parti dell’odierno testo. Ma, proprio in ragione dell’importanza strategica del decreto legislativo e della complessità delle questioni in esso disciplinate, Anac ritiene opportuno indicare gli ulteriori margini di miglioramento che si possono conseguire attraverso alcune puntuali proposte di modifica. È evidente, infatti, che la formulazione di una legge, anche se riordinata e semplificata in un unico testo codicistico, è un elemento necessario ma non sufficiente per una riforma di successo.
Occorrerà, infatti, accompagnare – aggiunge Anac nel suo comunicato - questo fondamentale processo di riforma, sia con riferimento ai tempi della sua implementazione, sia, soprattutto, garantendone la più efficace attuazione amministrativa. Sotto il primo profilo, al fine di evitare rallentamenti nell’attività contrattuale in corso per l’attuazione degli investimenti previsti dal Pnrr, si potrà valutare – previo necessario accordo con la Commissione europea – un possibile differimento dei termini di applicazione di alcune disposizioni. Sotto il secondo profilo, Anac evidenzia l’esigenza che, con separati provvedimenti, si provveda a fornire a tutti i soggetti pubblici coinvolti nell’attuazione della riforma, le necessarie risorse.
A titolo di esempio, si cita il fondamentale tema della qualificazione delle stazioni appaltanti: a prescindere dalle scelte che si faranno per delimitare l’ambito di applicazione dell’istituto, sarebbe auspicabile che venissero costituite, in tutto il territorio italiano, a livello regionale, provinciale o dei comuni capoluogo, degli specifici di centri di competenze, prevedendo l’assunzione di giovani tecnici ed altri esperti, in grado di affiancare e supportare soprattutto i piccoli comuni nello svolgimento delle attività connesse all’applicazione del codice. Le risorse investite per tali assunzioni sarebbero immediatamente ripagate dai notevoli risparmi che gli stessi sarebbero in grado di produrre e dalla maggiore rapidità di esecuzione delle opere e di acquisizione dei beni e servizi. Sempre a titolo di esempio, si potrebbero valorizzare quei centri di competenza già istituiti a livello regionale, per compiti ormai superati grazie alla digitalizzazione dei processi, attribuendo agli stessi il compito di valorizzare l’esperienza acquisita, offrendo servizi di consulenza e accompagnamento alle piccole e medie imprese, per favorirne la partecipazione alle gare pubbliche e, di conseguenza, la loro crescita e migliore strutturazione, oltre che aumentando il grado di concorrenza complessiva del sistema.
Inoltre, proprio con riferimento alla disciplina dei contratti pubblici, si deve evidenziare che, al fine di garantirne una reale efficacia, occorre rafforzare l’impianto complessivo, guardando contestualmente alle istanze di semplificazione, da un lato, e al sistema di vigilanza e monitoraggio dall’altro. Se si condivide, infatti, il perseguimento della semplificazione delle procedure – ottenuta aumentando la discrezionalità delle amministrazioni, rimuovendo ove possibile le pratiche di gold plating e attuando una concreta e completa digitalizzazione delle procedure ed interoperabilità delle piattaforme – occorre sempre coniugare semplificazione con trasparenza e monitoraggio, cogliendo la sfida del Pnrr come strumento per cambiare la pubblica amministrazione e per creare la cultura della buona amministrazione. L’Autorità, quindi, si è fatta promotrice della semplificazione procedurale prevista dal nuovo testo, in coerenza con gli obiettivi espressi nel Pnrr, soprattutto attraverso la trasformazione digitale dell’intero ciclo di vita dei contratti, di cui Anac è attore principale in concerto con tutti gli altri stakeholder, le amministrazioni e gli enti aggiudicatori, gli operatori economici.