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Partecipazioni: sempre da verificare il rispetto dei requisiti TUSP

Nell’ambito dell’analisi di un rendiconto 2019, la Corte dei Conti Abruzzo (deliberazione n. 316/2021/PRSE), rilevando plurime criticità in materia di organismi partecipati, ha evidenziato che, “al fine di evitare il blocco di risorse destinabili a servizi per la popolazione” è onere dell’Amministrazione porre in essere una scrupolosa valutazione circa “il mantenimento delle partecipazioni in base ai requisiti previsti dal TUSP”. A tal fine si ritiene opportuno che l’Ente soppesi costantemente l’evolversi delle situazioni in cui si trovano le stesse partecipazioni, affiancando, a tale attività, azioni di controllo e monitoraggio delle scelte di razionalizzazione adottate nei precedenti piani.

Nel caso di specie il Collegio ha in particolare ravvisato la necessità per l’Amministrazione socia di monitorare attentamente la procedura di concordato preventivo in continuità d’azienda a cui una partecipazione risulta sottoposta; tale controllo, ricordano i magistrati, è fondamentale “al fine di tutelare il soddisfacimento del credito del Comune ed evitare ulteriori oneri che potrebbero influenzare negativamente la gestione ordinaria di quest’ultimo”.

Risultano altresì presenti tra le partecipazioni dell’Ente due organismi con “profili di oggetto sociale simili”; per eliminare tale sovrapposizione, in quanto in netto contrasto con quanto indicato dalla normativa del TUSP, l’Amministrazione aveva precedentemente richiesto la modifica dello Statuto di uno dei due organismi al fine di escludere gli scopi comuni, tuttavia, sino alla data di analisi della Corte, tale azione non risulta conclusa e la situazione di contrasto risulta permanere.

Tra le altre criticità rilevate giova sottolineare che, stante l’incertezza delle azioni intraprese dall’Ente, la Corte ha altresì ravvisato la necessità di operare un’attenta analisi per una società partecipata, operante nel ramo trasporti “al fine di verificare i requisiti per il mantenimento o la dismissione della quota posseduta”, in quanto l’Amministrazione ha dapprima previsto nel pregresso piano di razionalizzazione la cessione delle quote detenute, ma ha poi successivamente comunicato che “si stanno cercando strade alternative” in virtù dell’affidamento diretto da parte della Regione alla società.

In ultimo i magistrati hanno sottolineato la necessità per il Comune di “predisporre tutte le azioni necessarie volte alla definizione della propria posizione” in un Consorzio partecipato, il quale risulta attualmente essere in una situazione finanziaria deficitaria “estremamente critica” nonostante l’adozione del piano economico finanziario di risanamento.