PARITÀ DI GENERE NELLE GIUNTE COMUNALI: IL TAR RIBADISCE L'OBBLIGO DI RAPPRESENTANZA FEMMINILE
Il TAR Campania ha recentemente annullato il decreto di nomina della Giunta di un comune campano, composta esclusivamente da assessori di sesso maschile, ribadendo l'importanza fondamentale del principio di parità di genere negli organi di governo locale.
La sentenza riafferma come il principio di parità di genere, sancito dall'art. 51 della Costituzione, sia un diritto fondamentale che impone alle amministrazioni di garantire la presenza di entrambi i sessi nelle giunte comunali. Tale principio trova specifica attuazione nell'art. 6 del Testo Unico degli Enti Locali, che obbliga gli statuti comunali a stabilire norme per assicurare condizioni di pari opportunità tra uomo e donna.
Nel caso specifico, il Tribunale ha evidenziato come non sia sufficiente una generica affermazione di impossibilità nel reperire candidate di sesso femminile. Il Sindaco deve invece dimostrare di aver svolto un'accurata e documentata attività istruttoria per verificare la disponibilità di donne qualificate ad assumere l'incarico di assessore.
Particolarmente significativo è il passaggio della sentenza in cui si sottolinea che la natura fiduciaria della carica assessorile non può giustificare la limitazione della ricerca alle sole persone appartenenti allo stesso partito o coalizione del Sindaco. Come evidenziato dal TAR, questo principio vale "a fortiori in realtà locali piccole", dove le relazioni interpersonali e il limitato numero di soggetti potenzialmente idonei rendono necessaria una ricerca più ampia.
La pronuncia si inserisce in un consolidato orientamento giurisprudenziale che, come ricordato nella sentenza TAR Salerno n. 66/2023, richiede che l'impossibilità di rispettare la parità di genere sia "effettiva e comprovata" e adeguatamente dimostrata attraverso un'istruttoria approfondita.
Il Tribunale ha inoltre ribadito che la legittimazione ad impugnare gli atti di nomina della Giunta per violazione delle quote di genere spetta sia ai consiglieri comunali appartenenti al genere sottorappresentato, in quanto titolari di uno ius ad officium, sia ai cittadini elettori appartenenti al genere discriminato, quali potenziali destinatari della nomina assessorile.
La decisione rappresenta un importante precedente nell'attuazione concreta del principio costituzionale di parità di genere, sottolineando come questo non possa essere sacrificato per mere ragioni di opportunità politica o attraverso motivazioni generiche e non adeguatamente documentate.
Nel webinar di domani sullo status giuridico ed economico degli Amministratori di enti locali tratteremo anche questo delicato tema relativo alla rappresentanza dei generi.