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Nelle concessione delle spiagge bisogna favorire la concorrenza

Nella concessione delle spiagge servono più concorrenza e meno criteri rigidi e restrittivi, finalizzati spesso al mantenimento di oligopoli e di rendite di posizione. L’esclusione di operatori economici qualificati, ma che non hanno mai gestito una spiaggia, crea collusione con gli operatori economici “storici”, producendo minori profitti per le amministrazioni comunali (derivanti dai canoni concessori) e servizi meno efficienti.


Così evidenzia Anac, l’Autorità Anticorruzione ma anche Autorità della Concorrenza per gli Appalti, che ha preso posizione sulla decisione del Comune di Finale Ligure di affidare in concessione la gestione di tre spiagge attrezzate per il periodo di cinque anni più cinque, adottando criteri molto rigidi di ricambio. “La certezza di avere poca o nessuna concorrenza riduce o annulla la spinta a presentare progetti gestionali innovativi e/o che prevedano significativi investimenti strutturali”, scrive Anac (Parere di precontenzioso n.347).