L'equilibro di bilancio deve esserci adesso anche sul 2023 e 2024
La crisi economica internazionale sta mettendo in crisi i bilanci degli enti locali; oltre al caro bollette c’è il “caro tutto” nel senso che l’inflazione galoppante sta aumentando i prezzi di tutti i servizi.
Ma quel che è peggio è che gli aumenti riguardano in gran parte spesa corrente permanente, che si riverbera anche sulle annualità successive e che dovrebbe essere coperta da entrate correnti stabili, non da entrate straordinarie.
Oltre a questo, si iniziano ad avvertire segnali pericolosi sul fronte delle entrate, con una riduzione di accertato rispetto al previsto.
Tutti elementi sintomo di squilibrio finanziario, a cui si aggiungono in alcuni Comuni spese impreviste che faticano a trovare adeguata e corretta copertura finanziaria.
Quest’anno, la "toppa di bilancio" è rappresentata dall’utilizzo dell’avanzo libero in deroga e dall’utilizzo di avanzo vincolato ed entrate di competenza vincolata per finanziare il caro bollette, anche questo in deroga. Stiamo facendo cose vietatissime in via ordinaria, ma il legislatore quest’anno acconsente.
Ma gli anni seguenti come faremo?
Già ora il 2023 e 2024 sono in crisi e non si può certo dire “ci penseremo”. Ci si pensa ora, anche perché il responsabile di ragioneria e i revisori devono esprimere il parere su un bilancio unico triennale che deve stare in equilibrio in modo corretto adesso.
Occorre quindi valutare di aumentare le entrate tributaria e tariffarie già ora per il 2023 e seguenti; ridurre gli stanziamenti di spesa 2023 e seguenti che non sono ancora impegnati (a differenza delle spese relative a contratti, convenzioni, norme di legge che sono già impegnate ora per n anni) ma lo saranno solo nei singoli esercizi, come gli eventi, le manifestazioni, la manutenzioni ordinarie, i contributi a terzi e altro.
L’equilibrio finanziario degli anni seguenti nasce oggi.