Ipotesi di comodato gratuito ad una amministrazione statale
La Corte Conti Campania, con delibera n. 98/2024, ha risposto a quesito finalizzato a conoscere se un Comune in dissesto possa concedere, in comodato d'uso gratuito ad un'Amministrazione dello Stato, un immobile di cui non ha proprietà esclusiva, con il fine di valorizzarlo e con obblighi a carico del comodatario per un lungo periodo, con decorrenza dalla scadenza di un contratto di locazione attualmente in essere.
Il Collegio condivide l'opinione consolidata e affermata dalla giurisprudenza della Corte secondo cui gli enti locali sono obbligati a gestire i beni del patrimonio immobiliare assicurandone la valorizzazione degli stessi. Infatti, il Comune in questione, attualmente in stato di dissesto, è comproprietario pro-indiviso con altri comuni di un bene immobile realizzato negli anni Trenta del secolo scorso. Con l'intento di tutelare e valorizzare il bene, i comproprietari hanno dapprima coinvolto il Terzo settore per ristrutturarlo e successivamente hanno sottoscritto un contratto di locazione per 14 anni (scadenza 26 giugno 2033).
Al termine della scadenza i comproprietari hanno manifestato la volontà di concedere in comodato d'uso gratuito per ottanta anni alla Direzione Regionale Musei della Campania del Ministero della Cultura l'intero stabile, con la finalità di realizzare un unico grande espositore museale di reperti archeologici attualmente ospitati in sedi non adeguate. Da quanto è dato comprendere, la procedura è già iniziata e ha visto alcuni dei comuni coinvolti, attualmente non in dissesto, adottare gli atti propedeutici alla realizzazione del progetto.
La peculiarità della situazione delineata, la considerazione che il Comune alla data del 2033 avrà – presumibilmente – terminato la procedura di dissesto e l'ottica di bilanciamento degli interessi coinvolti inducono questo Collegio a dare una risposta positiva al quesito.
È indubbio che il Comune non possa - senza la unanime volontà degli altri proprietari - procedere ad alienare o locare il bene che, invece, attraverso la collaborazione di più soggetti pubblici può tornare alla collettività per una fruizione generale, in linea con i valori costituzionali ed eurounitari. Tra l'altro l'Ente sarebbe sollevato dalle spese di gestione e manutenzione che, in caso di mancato accordo tra i proprietari sulla futura destinazione del bene, potrebbe ricadere in quota parte sul Comune al termine della locazione in atto. Resta fermo quanto espressamente affermato dalla Sezione regionale della Puglia (delib. n.106/2022): "Naturalmente la valutazione/ponderazione tra i vari interessi (e la conseguente scelta di quelli prevalenti) nonché la verifica della compatibilità finanziaria e gestionale dell'atto dispositivo, è rimessa esclusivamente alla discrezionalità ed al prudente apprezzamento dell'ente, che si assume la responsabilità della scelta".