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Indagine sulle opere pubbliche

La Corte Conti Emilia Romagna, con delibera n. 178/2022, ha effettuato indagine sulle opere pubbliche in corso di realizzazione in Emilia-Romagna: focus sulle opere avviate da più di un decennio e non ancora concluse al 31/12/2022; stato delle infrastrutture dei trasporti avviate nel biennio 2020/2021

La Sezione ha effettuato un monitoraggio sullo stato di attuazione delle opere pubbliche nella Regione Emilia-Romagna, con riferimento ai seguenti ambiti di specifico interesse:

-le opere pubbliche più remote, su un campione di n. 280 progetti con cup avviati prima del 2010 ed ancora attivi in Banca dati delle Amministrazioni pubbliche per il monitoraggio delle opere pubbliche (Bdap-Mop) all’inizio dell’indagine;

-le opere pubbliche incompiute ai sensi del decreto-legge n. 201/2011 e del decreto del MIT n. 42/2013, sugli elenchi SIMOI relativi alle più recenti annualità;

-le infrastrutture dei trasporti, su un campione di n. 81 progetti con cup avviati nel biennio 20/21. L’Emilia-Romagna, a livello nazionale, risulta il territorio con il minor numero di opere incompiute. Il monitoraggio ha evidenziato, però, lunghi tempi di esecuzione delle opere, determinando la non fruibilità dell’opera e il ritardato e non corretto utilizzo delle risorse pubbliche.

Le cause si rinvengono nelle difficoltà amministrative e procedurali, riscontrabili a livello nazionale: i numerosi contenziosi legati alla scelta del contraente, all’affidamento dei lavori, alle risoluzioni contrattuali, ai fallimenti delle imprese appaltatrici, ai difficili collaudi, le numerose varianti che intervengono nella fase esecutiva dei lavori per progettazioni preliminari frettolose finalizzate solo al reperimento dei finanziamenti e poco attente alla previsione dei tempi di realizzazione.

Il quadro emerso ha messo in risalto la non attualità e l’incoerenza dei dati presenti nella Bdap-Mop, prevista dal legislatore per il tracciamento della spesa pubblica oltre che dello stato di attuazione degli interventi; ciò, oltre a denotare il mancato o parziale assolvimento dell’obbligo informativo previsto dalla legge, priva l’Ente di un utile strumento di conoscenza dell’andamento della spesa negli anni anche ai fini delle future pianificazioni.

A tal riguardo la Sezione ha rimarcato l’importanza della stretta collaborazione tra gli uffici tecnici, deputati alla redazione del cronoprogramma di spesa per investimenti, e gli uffici dei servizi economico-finanziari, competenti alla redazione annuale del bilancio. Infine, l’indagine ha fatto registrare la presenza di risorse non spese, pur a fronte di lavori conclusi ed opere fruibili.

Il ciclo economico del progetto dura più a lungo di quello procedurale per la presenza di attività amministrative a valenza economica successive alla realizzazione dei lavori, ma i tempi riscontrati sono stati eccessivamente lunghi ai fini della conclusione dell’opera in tutte le sue fasi procedurali, fisiche ed economiche; si è infatti rilevata la presenza di somme non spese, anche per dieci anni dall’ultimazione dei lavori, che hanno determinato la mancata chiusura del cup.

Tutto ciò incide negativamente sul corretto utilizzo delle risorse pubbliche che restano non spese per anni e, se recuperate in parte, possono essere destinate solo dopo molto tempo ad altre pubbliche esigenze, determinando in tal modo, una riduzione del grado di operatività delle pubbliche amministrazioni. La Sezione, riguardo l’ultimo aspetto evidenziato del corretto utilizzo delle risorse pubbliche, invita tutti gli Enti alla massima attenzione sulla gestione del fondo pluriennale vincolato che deve sempre costituire uno strumento di misurazione della diacronia tra acquisizione di risorse e relativo impiego.