IMU nuclei familiari scissi, il gettito cala in modo rilevante
La nota sentenza Corte Costituzionale n. 209/2022 ha modificato l’IMU e il relativo gettito a bilancio, ridottosi notevolmente in entrata, oltre a comportare rimborsi in spesa. Per abitazione principale si intende ora l’immobile, iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare, nel quale il possessore dimora abitualmente e risiede anagraficamente. E’ stato eliminato ogni riferimento al nucleo familiare. Quindi l’esenzione IMU spetta al verificarsi di due condizioni: la dimora abituale e la residenza
La Corte di Cassazione, con Ordinanza n. 19788/2023, ha chiarito spiegato la ratio della sentenza n. 209/2022 Corte costituzionale, che non ha inteso modificare i requisiti richiesti per fruire dell'esenzione Imu, né ha previsto l'estensione dell'agevolazione alle seconde case. La sentenza Corte Costituzionale ha invece inteso assicurare una doppia esenzione ai coniugi e a coloro che sono uniti da vincolo civile, così come già avveniva per le coppie di fatto, sempre che dimostrino di avere la residenza e la dimora abituale in due immobili, ubicati nello stesso comune o in comuni diversi.
Il problema adesso è il rendiconto 2023, posto che molti Comuni - in particolare turistici - hanno accertato contabilmente IMU al momento dell'emissione dell'avviso di accertamento esecutivo ed ora si stanno rendendo conto che il bassissimo incasso è dovuto proprio agli effetti delle sentenza Corte Costituzionale n. 209/2023. Quindi, più che aumentare FCDE, in sede di rendiconto 2023 dovrà essere operato lo stralcio del residuo attivo per insussistenza, con conseguente eliminazione anche del credito in stato patrimoniale.