IFEL e ANCI lamentano la stretta sulle assunzioni di personale al 75%
Il disegno di legge di bilancio 2025 prevede, all’art. 110 commi 9 – 11 – 12 limitazioni alle assunzioni di personale a tempo indeterminato per gli enti locali che registrano un numero di dipendenti a tempo indeterminato superiore a 20. In particolare:
9.Fermo restando quanto previsto dall’articolo 33, del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 giugno 2019, n. 58, per l’anno 2025 le regioni a statuto ordinario, gli enti locali con più di 20 dipendenti in servizio con rapporto di lavoro a tempo indeterminato e le Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura non possono procedere ad assunzioni di personale a tempo indeterminato in misura superiore a un contingente di personale complessivamente corrispondente ad una spesa pari al 75 per cento di quella relativa al personale di ruolo cessato nell'anno precedente. Le economie derivanti dall'attuazione del presente comma restano annualmente acquisite ai bilanci degli enti.
11.Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, al fine di soddisfare esigenze peculiari o consentire l’assunzione di specifiche professionalità, può essere derogato quanto disposto dal presente articolo previa compensazione, fra amministrazioni soggette al medesimo regime assunzionale, delle facoltà assunzionali volta a garantire l’invarianza dei risparmi ascritti al predetto articolo.
12.Al fine di garantire maggiore efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa, i risparmi permanenti conseguiti per effetto di assunzioni a tempo indeterminato effettuate in misura inferiore a quelle consentite dalla legislazione vigente in materia di turn over, asseverati dai relativi organi di controllo, possono essere destinati ad incrementare i fondi per il trattamento accessorio del personale delle amministrazioni destinatarie delle disposizioni di cui al presente articolo per un importo non superiore al 10 per cento del valore dei predetti fondi determinato per l'anno 2016 ai sensi dell’articolo 23, comma 2, del decreto legislativo 25 maggio 2017, n. 75 e certificati ai sensi dell’articolo 40-bis del decreto legislativo 30 marzo 2001, n.165 o dalle analoghe disposizioni previste dai rispettivi ordinamenti, al netto delle eventuali risorse per lavoro straordinario ivi presenti.
IFEL e ANCI si mostrano contrari a questa parte della proposta di legge. Il Presidente IFEL Alessandro Canelli, sindaco di Novara, sentito in audizione davanti alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato sulla legge di bilancio 20025 ha affermato: “Chiediamo al Governo e al Parlamento, un’ulteriore riflessione sul blocco del turn over al 75 per cento, su una mitigazione dell’impatto sulla parte corrente e sulla riduzione dei fondi per investimento in particolare per i piccoli Comuni e su un maggiore contributo per le spese per i minori. I Comuni – ha detto Canelli – sono consapevoli che tutti devono dare un contributo e fare sacrifici per attenerci alle nuove regole europee per far scendere il debito. Ma siamo altresì convinti che il comparto abbia già fatto ampiamente il suo lavoro. Negli incontri avuti con il ministro Giorgetti e la Ragioneria dello Stato – ha continuato il delegato Anci – abbiamo riferito come negli ultimi dieci anni i Comuni siano stati virtuosi tenendo sotto controllo i conti. Così come abbiamo rimarcato quanto la dinamica inflazionistica abbia colpito anche noi con costi aumentati per i servizi, per il contratto di comparto, per l’assistenza scolastica e per l’esplosione della spesa sociale. Sempre negli ultimi dieci anni – ha ricordato Canelli – l’incidenza della spesa comunale sul totale della spesa pubblica amministrazione si è ridotta dall’8 al 6,5 per cento a dimostrazione che il nostro compito lo abbiamo fatto”.
Per il delegato Anci “va riconosciuto lo sforzo fatto dal Governo che ha in parte recepito le nostre istanze istituendo un fondo a parziale copertura dei costi per i minori e un fondo che consente di dimezzare il taglio per alcuni derivante dalla perequazione. Certamente anche il comparto dei Comuni è chiamato a dare un contributo su cui però è necessaria una più attenta riflessione che consenta di ridurne gli importi accompagnando ad altre previsioni che facilitino la gestione corrente dei bilanci comunali, anche considerando la ristrettezza di margini sulle entrate. Siamo preoccupati ma anche convinti – ha concluso Canelli – che si possa lavorare ancora sul testo e come Anci sensibilizzeremo Parlamento e Governo con l’obiettivo di mitigare gli effetti della manovra attualmente prospettata”.