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Gli effetti dell'istanza di sanatoria rispetto al precedente ordine di demolizione

La recente sentenza del Consiglio di Stato n. 7586/2024 offre un’interessante disamina sugli effetti della presentazione di un’istanza di sanatoria edilizia rispetto alla legittimità e all’efficacia degli ordini di demolizione. Tale argomento è di grande rilievo per il settore urbanistico, in quanto afferisce ad aspetti cruciali della normativa in materia edilizia e dei rapporti tra cittadini e Pubblica amministrazione.

Il tema centrale affrontato dalla sentenza riguarda l’ipotesi in cui il destinatario di un’ordinanza di demolizione presenti, successivamente, un’istanza di sanatoria ai sensi della normativa vigente. In questo caso, i giudici hanno ribadito che la mera proposizione della richiesta non incide sulla legittimità dell’ordinanza stessa. Tuttavia, la sua efficacia può subire una sospensione temporanea fino alla definizione dell’istanza.

Dal punto di vista processuale, il Consiglio di Stato ha, infatti, evidenziato che la proposizione di un’istanza di sanatoria non determina automaticamente l’invalidità o l’illegittimità di precedenti provvedimenti, quali l’ordine di demolizione o il diniego di conformità. Tuttavia, l’effetto sospensivo sull’efficacia dell’ordine può rappresentare un elemento di rilievo nel bilanciamento degli interessi coinvolti.

La menzionata sentenza si pone il linea con l'orientamento giurisprudenziale maggioritario, che, in più occasioni, ha avuto modo di precisare che la presentazione di un'istanza di sanatoria non toglie efficacia alla precedente ordinanza di demolizione e non priva il Comune del potere di ordinare il ripristino dello stato dei luoghi fino alla definizione della domanda, ma comporta la mera sospensione dell'efficacia del provvedimento di demolizione fino alla definizione dell'istanza (cfr. ex multis Consiglio di Stato sez. VI, 27/03/2024, n.2916).