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Firmato il decreto spending review, tagli maggiori in proporzione ai fondi PNRR, ANCI protesta

L’art. 1 comma 533 della Legge 213/2023 (legge di bilancio 2024), dispone un taglio alla finanza locale pari a 250 milioni l’anno per 4 anni (2024-2025-2026-2027). Il taglio al fondo di solidarietà comunale e fondo unico provinciale, si contabilizza con regolarizzo contabile come maggiore contributo in spesa, concorso alla finanza pubblica.

La norma dispone:

Ai fini della tutela dell'unità economica della Repubblica, in considerazione delle esigenze di contenimento della spesa pubblica e nel rispetto dei princìpi di coordinamento della finanza pubblica, nelle more della definizione delle nuove regole della governance economica europea, i comuni, le province e le città metropolitane delle regioni a statuto ordinario, della Regione siciliana e della regione Sardegna assicurano un contributo alla finanza pubblica pari a 250 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2028, di cui 200 milioni di euro annui a carico dei comuni e 50 milioni di euro annui a carico delle province e delle città metropolitane, ripartito in proporzione agli impegni di spesa corrente al netto della spesa relativa alla missione 12, Diritti sociali, politiche sociali e famiglia, degli schemi di bilancio degli enti locali, come risultanti dal rendiconto di gestione 2022 o, in caso di mancanza, dall'ultimo rendiconto approvato e tenuto conto delle risorse del PNRR, approvato con decisione di esecuzione del Consiglio Ecofin dell'Unione europea del 13 luglio 2021, come modificato ai sensi della decisione di esecuzione del Consiglio Ecofin dell'Unione europea dell'8 dicembre 2023, assegnate a ciascun ente alla data del 31 dicembre 2023, così come risultanti dal sistema informativo di cui all'articolo 1, comma 1043, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, nonché delle risorse assegnate ai sensi dell'articolo 1, commi 29 e 29-bis, della legge 27 dicembre 2019, n. 160. Sono esclusi dal concorso di cui al periodo precedente gli enti locali in dissesto finanziario, ai sensi dell'articolo 244 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, o in procedura di riequilibrio finanziario, ai sensi dell'articolo 243-bis del medesimo testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, alla data del 1° gennaio 2024 o che abbiano sottoscritto gli accordi di cui all'articolo 1, comma 572, della legge 30 dicembre 2021, n. 234L. 30/12/2021, n. 234, Art. 1 - Comma 572, e di cui all'articolo 43, comma 2, del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2022, n. 91.

In queste ore il Ministro dell’Economia Giorgetti ha firmato il Decreto di riparto tra gli enti locali, conteggiandolo anche, come dispone la norma, in funzione delle risorse PNRR ricevute. Gli locali che hanno avuto maggiori quote PNRR avranno anche maggiore taglio.


L’ANCI, in un comunicato, ha levato la propria protesta per il criterio adottato dal Ministero ai fini taglio spending review ordinaria.

“Le modalità con le quali il MEF intende applicare ai Comuni la spending review prevista dalla legge di bilancio aggravano tutte le nostre peggiori preoccupazioni – dichiara il presidente dell’Anci, Antonio Decaro – Ci aspettavamo una proposta molto diversa, anche se avevamo già lanciato l’allarme e ora dobbiamo confermarlo: con una decisione paradossale e irragionevole il governo intende tagliare le risorse di parte corrente penalizzando fortemente i Comuni che hanno ricevuto i finanziamenti del PNRR e sono impegnati nella realizzazione delle opere pubbliche”.

“Come avevamo segnalato con una lettera inviata insieme all’UPI a tutti i ministri interessati – aggiunge il presidente dell’Anci – sta prevalendo un’interpretazione delle norme di bilancio che ci pare assurda, contradditoria con lo spirito e le finalità del PNRR e soprattutto densa di gravissime conseguenze per la gestione delle opere pubbliche tanto attese dai cittadini. Ritorna la volontà di scoraggiare la piena riuscita degli obiettivi del PNRR, almeno per la parte di competenza dei sindaci”.

“Il taglio previsto per gli enti locali è di 250 milioni quest’anno, prima tranche di 1 miliardo e 250 milioni fino al 2028, ed è già un duro colpo per tutte le amministrazioni locali che si stavano appena riprendendo dagli anni difficili dell’austerity – spiega Decaro – ma la cosa più grave è che il MEF vuole ripartire questo taglio colpendo i Comuni in misura direttamente proporzionale ai finanziamenti PNRR che hanno ricevuto per gli investimenti. Col risultato che i tagli saranno più pesanti per chi avrà costruito più asili nido, avrà aperto più case-famiglia, avrà acquistato più autobus elettrici o avrà realizzato più parchi pubblici: tutti investimenti che naturalmente, per poter funzionare, richiederanno ai Comuni maggiore spesa corrente, per esempio, per le manutenzioni e per l’assunzione degli educatori da impiegare negli asili nido”.

“Invitiamo tutto il governo a ripensarci prima che sia troppo tardi – conclude Decaro – Sarebbe una beffa per i cittadini, se dopo aver realizzato le opere pubbliche attese per anni i Comuni fossero costretti ad abbandonarle perché messi nell’impossibilità di gestirle”.