Errata quantificazione del salario accessorio, danno erariale nei confronti di dirigente e revisori
La Corte Conti Sardegna, con sentenza n. 39/2024, ha delineato ipotesi di danno erariale derivante da errate modalità di individuazione e quantificazione del fondo salario accessorio.
Le condotte dei dirigenti risultano tutte connotate, sotto il profilo soggettivo, da colpa grave, essendo il livello minimo di diligenza richiesto ad un dirigente della PA quello di conoscere le regole basilari che disciplinano il proprio agire, in particolare con riferimento all’erogazione di risorse pubbliche, ed avendo la Dirigenza provveduto all’erogazione del salario accessorio ai dipendenti anche in assenza della certificazione del fondo da parte del Collegio dei revisori, nella consapevolezza che sussistevano criticità nella costituzione dello stesso.
La Magistratura asserisce che anche la condotta tenuta dai membri del Collegio dei revisori è stata connotata da colpa grave, in quanto l’attività di certificazione del Fondo, attribuita al Collegio dei revisori, si traduce in un riscontro di natura sostanziale sulla corretta quantificazione del Fondo per il trattamento accessorio, la completa copertura in bilancio dei costi derivanti dalla contrattazione integrativa, e la conformità dei contenuti delle clausole contrattuali con le disposizioni previste dai contratti collettivi nazionali e dalle leggi che sono intervenute in materia. L’illogica scelta di certificare il Fondo salario accessorio per l’anno 2016 e 2017, nonostante fossero state già individuate diverse e specifiche criticità rimaste irrisolte non può che essere riconducibile a grave negligenza.