E' imprudente tenere i residui attivi con più di 5 anni
Come evidenziamo sempre nei nostri seminari di aggiornamento normativo, mantenere nel conto del bilancio i residui attivi con anzianità superiore a 5 anni è rischioso e va comunque attentamente motivato in nota integrativa, garantendo un accantonamento prossimo al 100%.
La Corte Conti Marche, con delibera 49/2021 afferma che tale comportamento è una scelta imprudente
“Secondo quanto riferito in istruttoria, per buona parte dei residui attivi (soprattutto quelli del Titolo I), con anzianità ultrapentennale, sarebbero state avviate azioni esecutive o di riscossione coattiva, anche attraverso iscrizione di ipoteche, stipulazioni di piani di rientro con i contribuenti o insinuazioni al passivo fallimentare.
Questa Sezione ribadisce però come tali circostanze, piuttosto che escludere, corroborino i dubbi di inesigibilità di tali residui e, indirettamente, confermino l’imprudenza della scelta di mantenerli nel conto del bilancio, anziché stralciarli e farli confluire nello stato patrimoniale (come previsto dal § 9.1 dell’All. 4/2 cit. e dall’art. 230, comma 5, TUEL), ferma restando la prosecuzione o l’avvio delle procedure per la loro esazione: conservare residui vetusti e di estremamente incerta esigibilità per una mole così elevata, non è conforme ai principi di prudenza e “sana gestione finanziaria”; e si presta a falsare il risultato di amministrazione o ad occultare situazioni di squilibrio latente, allorché si palesasse la conclamata inesigibilità dei crediti in sofferenza”.