DL “Rilancio”, possibile rinegoziare i contratti per la riscossione delle entrate
Il Decreto legge "Rilancio" che sarà domani sul tavolo del Consiglio dei Ministri consente di rinegoziare i contratti di riscossione delle entrate locali, messe a dura prova dalla crisi economica post COVID.
Ecco la nuova norma, che dovrebbe essere inserita successivamente nella parte dedicata alla semplificazione degli appalti.
Rinegoziazione dei contratti di affidamento della riscossione delle entrate degli enti locali
1. I contratti in corso alla data dell’8 marzo 2020 tra gli enti affidatari ed i soggetti di cui all’articolo 52, comma 5, lettera b), del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, possono essere rinegoziati, anche in deroga alle disposizioni del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, al fine di assicurare condizioni di sostenibilità a fronte delle riduzioni di fatturato dei soggetti medesimi dovute all’emergenza epidemiologica da virus COVID-19, attraverso prolungamenti della durata del contratto, comunque non oltre il 31 dicembre 2023, o l’ampliamento del perimetro dei servizi affidati, comunque non superiore a un valore di affidamento pari a un terzo del valore oggetto del contratto in essere.
Relazione illustrativa
La proposta emendativa risponde alla esigenza di consentire agli enti che hanno affidato la gestione delle proprie entrate ai concessionari privati di cui all’art. 52 del D. Lgs n.446 del 1997, di rinegoziare i contratti in corso le cui previsioni sono state investite dalle disposizioni di sospensione e proroga di termini emanate nell’ambito della emergenza epidemiologica. E’ peraltro inevitabile che il gettito delle entrate, sia tributarie che patrimoniali, degli enti locali risulti significativamente ridotto con riferimento all’intero 2020, anche per ciò che riguarda il bacino dei recuperi da attività di controllo, con particolare riferimento alle attività economiche più esposte alle conseguenze della crisi e a una quota non trascurabile delle famiglie