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Cronoprogramma di cassa

L'importanza del cronoprogramma sulla competenza è nota, in particolare per scandire i tempi sulle opere pubbliche e garantire la corretta applicazione del principio di competenza finanziaria potenziata, sia sul fronte dell'allocazione dello stanziamento di spesa, sia per la correlata definizione della previsione e imputazione di entrata relativa ai contributi a rendicontazione che finanziano l'opera. Ma il cronoprogramma è fondamentale anche nella gestione dei flussi di cassa, per mantenere gli equilibri di cassa in generale e all'interno della fondamentale distinzione tra cassa libera e cassa vincolata.

Una gestione efficiente delle scadenze e dei vincoli di cassa limita il ricorso eventuale all'anticipazione di tesoreria, e il conseguente sostenimento di interessi passivi, per gran parte degli enti. Gli elementi per poter realizzare il piano dei flussi di cassa oramai ci sono tutti.

È necessario incrociare diverse fonti di informazioni per poter operare e aggiornare dinamicamente una stima ragionevole dei flussi di incassi e pagamenti. Si tratta di una notevole mole di informazioni, che a seconda delle dimensioni dell’ente e dei volumi finanziari movimentati, deve essere necessariamente “scremata” in funzione dell’entità delle singole transazioni da analizzare. L’obiettivo infatti è delineare una tendenza della liquidità dell’ente, e non solo di verificare dettagliatamente la coerenza dei dati contabili dell’ente con quelli del tesoriere.

Occorre comunque tenere conto del fatto che il tesoriere considera “liberi” gli incassi in attesa di regolarizzazione e li utilizza per i pagamenti non vincolati, in caso di insufficienza di fondi liberi derivanti da incassi già regolarizzati. A seguito della regolarizzazione dei sospesi riguardanti entrate vincolate, può risultare che tali risorse siano già state utilizzate per il pagamento di spese non vincolate. In tal caso il tesoriere registra l’utilizzo di tali risorse con la conseguente formazione delle carte contabili destinate ad essere regolarizzate dall’ente e con l’obbligo di ricostituire le giacenze vincolate a valere di tutte le giacenze riscosse dall’ente