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Contributo caro bollette, si ripropone l'utilizzo biennale

Nel mese di luglio avevamo comunicato News, di fonte Anci Ifel, con la quale l'associazione dei Comuni chiedeva al Governo di considerare l'utilizzo biennale del fondo continuità servizi. L'obiettivo era l'inserimento in uno dei decreti legge in conversione nel periodo. La proposta normativa non fu votata come emendamento, anche se condivisa nelle sue linee di fondo.

Adesso ANCI ha chiesto un nuovo inserimento e sembra la volta buona.

Nelle proposte di emendamento al ddl di conversione in legge del decreto-legge 10 agosto 2023, n.104 recante “Disposizioni urgenti a tutela degli utenti, in materia di attività economiche e finanziarie e investimenti strategici Anci propone:

All’articolo 1, comma 29 della Legge 29 dicembre 2022 n. 197, è aggiunto in fine il seguente periodo:

“Per le finalità di cui al periodo precedente concorrono, anche in deroga ai limiti previsti dall’articolo 1, commi 897 e 898, della legge 30 dicembre 2018, n. 145, le risorse di cui all'articolo 27, comma 2, del decreto-legge 1° marzo 2022, n. 17, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 aprile 2022, n. 34 e successivi rifinanziamenti stanziati nel corso dell’anno 2022, confluite nel risultato di amministrazione come risultante dal rendiconto approvato per l’esercizio 2022.”

Nelle motivazioni, Anci evidenzia che, tenuto conto delle difficoltà finanziarie registrate dagli enti locali nel garantire gli equilibri di parte corrente senza sacrificare l’erogazione di servizi fondamentali a fronte dell’incremento dei prezzi energetici, la proposta amplia la possibilità di utilizzare i fondi erariali fin qui stanziati per fronteggiare tale incremento.

La modifica in commento garantisce, anzitutto, la disponibilità delle risorse fin qui stanziate per gli incrementi dei prezzi energetici, effettivamente verificatisi nel periodo 2022-2023 senza soluzione di continuità relativa alle chiusure contabili dell’esercizio 2022. Tale continuità, inoltre, consente di assegnare con maggiore efficacia le risorse ulteriormente stanziate per l’anno 2023, alla luce del fatto che per molti enti i maggiori costi energetici sono emersi solo a partire dal primo semestre 2023, sulla base di contratti di fornitura che registrano con ritardo la dinamica dei prezzi energetici cresciuta nel corso del 2022.

Pertanto, in assenza della modifica proposta, per diversi enti locali si verificherebbe il paradosso di dover restituire risorse ricevute nel 2022 e, contestualmente, ricevere per l’anno 2023 un contributo inadeguato, non essendo ancora emersi gli aumenti di prezzo sopra richiamati.