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Contratto di concessione e normativa sopravvenuta

Segnaliamo un'importante sentenza del Consiglio di Stato dello scorso anno ritenuta di particolare importanza in quanto tratta importanti principi in materia di contratti di concessione e applicazione dello ius superveniens.
La pronuncia ribadisce che il contratto di concessione rappresenta un contratto di durata che non esaurisce i suoi effetti in un unico momento. Come evidenziato dal Legislatore nel nuovo Codice dei contratti pubblici (art. 174 d.lgs. 36/2023), il partenariato pubblico-privato, di cui la concessione è la principale espressione, instaura un rapporto contrattuale di lungo periodo finalizzato al perseguimento di un interesse pubblico.
Proprio in virtù di questa caratteristica strutturale, il Consiglio di Stato ha stabilito che al contratto di concessione devono necessariamente applicarsi le normative sopravvenute che incidono sul rapporto contrattuale, in ossequio al principio tempus regit actum.
Nel caso specifico, la controversia riguardava l'applicabilità di una legge regionale, entrata in vigore dopo la stipula di una concessione, che aveva disposto la sospensione della realizzazione di nuovi impianti crematori in attesa dell'approvazione di un Piano di coordinamento regionale.
I giudici hanno ritenuto legittima l'applicazione della normativa sopravvenuta, precisando che non si tratta di un'applicazione retroattiva della norma, ma dell'applicazione della stessa a un rapporto contrattuale ancora in corso di esecuzione.
La pronuncia rappresenta un importante precedente in materia di concessioni pubbliche, chiarendo definitivamente che la natura di contratto di durata comporta la necessaria soggezione alle modifiche normative sopravvenute che incidono sul rapporto concessorio.