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Compiuta giacenza e validità della notifica

In tema di notifica della cartella di pagamento non è sufficiente la compiuta giacenza per ritenere valida la notifica della cartella di pagamento al contribuente irreperibile. Infatti, è necessario, ai fini del suo perfezionamento, che siano effettuati tutti gli adempimenti prescritti dall’art. 140 cpc, incluso l'inoltro al destinatario e l'effettiva ricezione della raccomandata informativa del deposito dell'atto presso la casa comunale. Così si è espressa la Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 2621 del 28/01/2022.

Nel caso di specie, la contribuente impugnava la sfavorevole sentenza di secondo grado deducendo la violazione e falsa applicazione dell’140 cpc e dichiarava che la raccomandata era stata restituita al mittente con la dicitura “destinatario sconosciuto” sicché non ricorrevano i presupposti perché operasse la “compiuta giacenza” presso l’ufficio postale ove lo stesso era stato depositato.

La Suprema Corte rilevava che la prova del perfezionamento del procedimento notificatorio può essere data dal notificante esclusivamente attraverso la produzione in giudizio dell'avviso di ricevimento della raccomandata contenente la comunicazione di avvenuto deposito (cd. C.A.D.), non essendo a tal fine sufficiente la prova dell'avvenuta spedizione della suddetta raccomandata informative, in quanto solo dall'esame concreto di tale atto il giudice del merito e, qualora si tratti di atto processuale, anche il giudice di legittimità, può desumere la "sorte" della spedizione della "raccomandata informativa", quindi, esprimere un giudizio sulla sua ricezione, effettiva o almeno "legale" (intesa come facoltà di conoscere l'avviso spedito e quindi tramite lo stesso l'atto non potuto notificare), della raccomandata medesima da parte del destinatario.

Nel caso di specie, precisava la Cassazione che la raccomandata informativa non era stata consegnata al destinatario perché «sconosciuto», di conseguenza, il giudizio sulla ricezione effettiva o almeno "legale” della stessa non poteva che essere negativo, con la conseguenza che era onere dell'agente procedere a rinnovare la notificazione non perfezionatasi.

Per questi motivi, la Suprema Corte accoglieva il ricorso della contribuente e cassava la sentenza impugnata.