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Il Ministero dell’Interno, con il parere n. 3161/2024, ha fornito chiarimenti rilevanti in merito al calcolo del valore stimato delle concessioni per il servizio di ristorazione scolastica. Il quesito riguarda in particolare il caso in cui la concessione preveda la riscossione diretta dei buoni pasto da parte del concessionario e richieda un investimento iniziale per l’acquisto di arredi destinati al centro cottura, arredi che, al termine del contratto, diverranno di proprietà dell’ente concedente.

In base all’art. 179 del Codice dei contratti pubblici, il Ministero chiarisce che il calcolo del valore stimato della concessione deve basarsi esclusivamente sui flussi di cassa in entrata per il concessionario, mentre i flussi in uscita non rilevano.

1. Flussi di cassa in entrata:
   • Per i buoni pasto, il valore stimato della concessione deve includere l’entrata attesa per tutta la durata della gestione, in conformità con il Piano Economico Finanziario (PEF).

1. Beni strumentali e arredi:
   • Sui beni (flussi in uscita), deve essere conteggiato il valore stimato al termine della concessione (se non totalmente ammortati), ove sia previsto un pagamento diretto della stazione appaltante degli stessi;
   • Se invece i costi degli stessi sono considerato come completamente ammortati o coperti dai flussi di cassa in entrata della concessione, non rileveranno nel conteggio.

Il parere del MIT contribuisce a fare chiarezza su un aspetto complesso e di grande rilevanza per le amministrazioni pubbliche e i concessionari. La corretta stima del valore della concessione è, infatti, fondamentale per garantire il rispetto delle norme e la sostenibilità economico-finanziaria delle operazioni.

Questo orientamento, che conferma l’importanza del Piano Economico Finanziario come strumento guida, offre inoltre una chiave interpretativa utile per tutti i contratti che prevedano investimenti iniziali significativi e il trasferimento di beni alla scadenza del rapporto contrattuale.