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Avanzo 2020 da fondi covid deve contenere la quota figurativa TARI

Diversi Comuni ancora oggi evidenziano un risultato da fondi Covid che non tiene conto della quota figurativa TARI 2020 non utilizzata.

Dalla certificazione per il minore gettito 2020 causato dalla pandemia, al netto dei ristori, sono emersi questi elementi:

Totale minori/maggiori entrate derivanti da COVID-19 al lordo dei ristori (A)

Totale minori spese derivanti da COVID-19 (D - D)

Totale maggiori spese derivanti da COVID-19 al lordo dei ristori (D - E)

Saldo fabbisogno lordo ristori specifici

Ristori specifici COVID per Minore Entrata

Ristori specifici COVID per Maggiore Spesa

Totale ristori specifici per Minore Entrata e per Maggiore spesa

Saldo complessivo NETTO Ristori

CONFRONTO CON IL FONDO FUNZIONI = AVANZO O DISAVANZO

(+) Quota TARI figurativa non utilizzata = AVANZO (O DISAVANZO) COMPLESSIVO

All’interno delle minori entrate 2020 è compresa anche la quota figurativa assegnata dal MEF ad ogni Comune per agevolazioni TARI 2020. E’ chiaro che se il Comune nel 2020 non ha concesso interamente, alle utenze domestiche e non domestiche, le agevolazioni assegnate forfetariamente dal Ministero, significa che è stata riconosciuta “per buona” una agevolazione e quindi una minore entrata che invece non si è verificata.

Per questo le quote per agevolazione TARI figurativa che non sono state utilizzate devono essere aggiunte alle risorse complessivamente non utilizzate nel 2020.

Quindi, il Comune deve controllare la rispondenza in tal senso tra la certificazione Covid e il prospetto dimostrativo del risultato di amministrazione 2020. In caso di “dimenticanza” della quota figurativa TARI deve rideterminare il risultato 2020, riducendo avanzo libero (o aumentando disavanzo) e aumentando avanzo vincolato.