Autonomia differenziata, è partita la riforma
ll tema del riconoscimento di maggiori forme di autonomia alle Regioni a statuto ordinario, ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione, si è imposto al centro del dibattito a seguito delle iniziative intraprese da Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna nel 2017. Come rileva la documentazione parlamentare della Camera, Dopo aver sottoscritto tre accordi preliminari con il Governo a febbraio 2018, su richiesta delle tre regioni, il negoziato è proseguito ampliando il quadro delle materie da trasferire rispetto a quello originariamente previsto. Nel frattempo altre regioni hanno intrapreso il percorso per la richiesta di condizioni particolari di autonomia. Nel corso della XVIII legislatura sulle richieste pervenute e sul percorso di definizione delle intese si è aperto un ampio dibattito. Le questioni oggetto di discussione hanno riguardato, tra le altre, le modalità del coinvolgimento degli enti locali, il ruolo del Parlamento e l'emendabilità in sede parlamentare del disegno di legge rinforzato che contiene le intese, il rispetto del principio di sussidiarietà, nonché la definizione dell'ampiezza delle materie da attribuire.
Sulla base del lavoro svolto da una Commissione di studio e consulenza composta di esperti, il Ministero per gli affari regionali e le autonomie ha predisposto una bozza di disegno di legge sull'attuazione dell'autonomia differenziata, oggetto di interlocuzione con le regioni e le altre amministrazioni interessate. Tuttavia la proposta non è stata presentata in Parlamento entro la scadenza della legislatura.
Il Ministro Affari regionali e Autonomie Sen. Roberto Calderoli sta incontrando i Presidenti di Regione per portare avanti la riforma, che sarà rivoluzionaria in senso autonomistico.