Approfondimento: “riforma del catasto”
Il percorso per giungere ad una vera e propria riforma del Catasto non sarà breve. In primo luogo, però, era necessario approvare una legge delega, che potesse preparare il contesto.
Il 5 ottobre 2021 è stata approvata la legge delega dal Consiglio dei Ministri n. 39, in cui all’art. 7 si prevede la “Modernizzazione degli strumenti di mappatura degli immobili e revisione del catasto fabbricati”.
Il Governo ha dichiarato che tale “riforma” è una mossa di trasparenza, che garantirà il riequilibrio del carico fiscale. Principalmente lo scopo sarà quello di individuare “gli immobili fantasma”.
Punto di partenza, su cui si andrà a sviluppare tale lavoro, è una mappatura realizzata dall’Agenzia dell’Entrate in cui è emerso che ci sono più di 2 milioni di “particelle” non dichiarate, con circa 1.2 milioni di unità immobiliari.
Nelle ultimissime notizie si legge che il valore di reddito sarà affiancato a quello di mercato, le categorie catastali semplificate fino ad esempio ad annullare la differenza tra case popolari e di lusso, che saranno identificate solo come “immobili ordinari” e “immobili speciali”.
L’impatto di tutto ciò riguarderà le tasse che gravano la casa (IMU, imposta di registro, imposte catastali) e ovviamente l’ISEE di ogni famiglia. Basti pensare che, solo ai fini dell’evasione IMU, si parla di circa 600 milioni l’anno.
Sicuramente gli Enti comunali beneficeranno di tale riformulazione del catasto, sia al fine di poter avere una banca dati sempre più aggiornata e sia per “incassare” quanto dovuto ai fini IMU. Nell’organizzazione, che sarà propedeutica per ottimizzare il lavoro anche dei Comuni, saranno previsti strumenti e moduli organizzativi per facilitare la condivisione dei dati e dei documenti, in via telematica, tra l’Agenzia delle entrate e i competenti uffici dei Comuni.
I benefici si avranno solo a partire da gennaio 2026.