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La Corte dei Conti Toscana, con deliberazione n. 209/2024/PARI, si è espressa nell’ambito della valutazione delle partecipazioni iscritte nello stato patrimoniale del Rendiconto delle Amministrazioni pubbliche ed in particolare sull’applicabilità del metodo del patrimonio netto al bilancio dell’esercizio precedente.

In particolare, in considerazione dell’utilizzo dei dati al 31/12/2022 per la valorizzazione delle partecipate nel rendiconto 2023 dell’Amministrazione, la Sezione ha ricordato come tale valutazione dovrebbe, di regola, “svolgersi sulla base dei bilanci societari al 31/12/2023” e che “il ritardo nella rilevazione di tali dati rende inattuale, dunque scarsamente attendibile, la lettura dei valori di bilancio e consente un’analisi soltanto indicativa”.

Rispetto alla controdeduzione dell’Ente, secondo cui “la valutazione delle partecipazioni azionarie sulla base dei valori patrimoniali dell’esercizio precedente appare consentita dall’All. 4.3 del d. lgs 118/2011”, la Corte ha risposto che “in una comprensione più completa e sistematica del medesimo estratto dell’All. 4.3 - il ricorso ai bilanci di esercizi precedenti deve essere considerato una eventualità meramente residuale e rimane comunque una deriva patologica. Dispone infatti l’articolo … che “Ai fini della redazione del proprio rendiconto, gli enti devono esercitare tutte le possibili iniziative e pressioni nei confronti delle proprie società controllate al fine di acquisire lo schema di bilancio di esercizio e di rendiconto predisposto ai fini dell’approvazione, necessario per l’adozione del metodo del patrimonio netto. Nei confronti delle società partecipate anche da altre amministrazioni pubbliche, necessarie esercitare le medesime iniziative e pressioni unitamente ad altre amministrazioni pubbliche partecipanti””.

Secondo la Sezione dunque l’intempestività nella rendicontazione delle partecipate non deve affermarsi quale ordinario modus operandi, ma solo quale evento occasionale.