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Alcuni progetti PNRR saranno definanziati

E’ arrivata come una doccia gelata per molti Comuni la notizia emersa a seguito di relazione al Parlamento secondo cui alcuni Comuni vedranno definanziati alcuni progetti già finanziati in ambito PNRR. La reazione dell’Anci è stata immediata, con la richiesta di un incontro al Ministro dell’Interno Prefetto Piantedosi, di cui riportiamo sintesi a margine.

Secondo la Fondazione Openpolis il territorio maggiormente penalizzato da questa decisione del Governo sarebbe quello di Napoli (824,8 milioni), seguito da Roma (718,3 milioni) e Torino (493,6 milioni). Se però consideriamo la percentuale di fondi “persi” rispetto a quanto inizialmente previsto, il danno più significativo lo registra la provincia di Pistoia (-67,7%). Seguono Biella (-66,7%) e Alessandria (-65,1%).

Nei suoi vari interventi degli ultimi giorni, prosegue Openpolis, il Ministro Fitto ha assicurato che i progetti interessati dal taglio saranno comunque finanziati con altre fonti, tra cui i fondi europei per la coesione, i fondi strutturali europei e il fondo complementare. Sorgono comunque alcune perplessità su tutta questa operazione. Ad esempio, un dossier realizzato dai servizi studi di camera e senato ha avanzato dubbi sull’effettiva capacità dell’esecutivo di intercettare le risorse. Il Rapporto non specifica comunque quali saranno gli strumenti e le modalità attraverso i quali sarà mutata la fonte di finanziamento delle risorse definanziate dal PNRR.

L’uscita dal Pnrr di molti progetti affidati ai comuni è stata giustificata con l’emergere di criticità attribuibili, secondo l’esecutivo, agli enti locali, Tra le debolezze evidenziate dal Governo vi è il fatto che molti progetti presentati dai comuni erano già in essere al momento dell’introduzione del piano. In molti casi però è emerso che questi non avevano i requisiti necessari per accedere ai fondi. In altre occasioni invece il Governo ha evidenziato difficoltà nel reperire il numero minimo di proposte previste dal piano. È il caso ad esempio degli investimenti sugli asili nido e sull’idrogeno. Difficoltà che hanno portato a proroghe di bandi con inevitabili ritardi nell’avvio dei lavori.

La situazione sullo stato di attuazione del PNRR è stata evidenziata dal Governo nella terza relazione al Parlamento del 31 maggio scorso, con il supporto di schede.

ANCI, da parte sua ha presentato relazioni e schede relativa all’attività svolta dai Comuni.

In merito all’incontro sul tema in questione con il Ministro Prefetto Piantedosi, avvenuto nei giorni scorsi, l’Anci ha diffuso il seguente comunicato:

“Usciamo dall’incontro di oggi con il ministro Piantedosi con un impegno sulle risorse sostitutive ma anche con una domanda alla quale non abbiamo ricevuto alcuna risposta: perché sono state spostate le opere del PUI dai finanziamenti PNRR? Sono progetti e opere per 2,6 miliardi di euro, che sono dei Comuni e che sono per oltre il 94% già aggiudicate”. Così il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, al termine dell’incontro con il ministro dell’interno Piantedosi tenutosi lo scorso lunedì al quale hanno partecipato anche gli altri sindaci delle Città Metropolitane.

“Della proposta di definanziamento da parte del governo non si capisce la ragione – ha aggiunto Decaro – e anche oggi non c’è stata alcuna spiegazione da parte del ministro. Parliamo di opere cruciali per le nostre città, interventi per le periferie che potranno risanare situazioni sociali ed economiche difficili: perché dobbiamo metterle a rischio con un cambio immotivato della fonte di finanziamento? Al ministro abbiamo anche segnalato il rischio grave di suscitare un clima di sfiducia dei cittadini verso lo Stato, visto che si crea incertezza laddove noi sindaci avevamo assunto impegni rigorosi con le nostre comunità”.

“Il ministro Piantedosi – ha concluso il presidente dell’ANCI – ha solo ribadito che le opere si faranno e che il governo le considera un obiettivo importante. Apprezziamo l’affermazione da parte un ministro che stimiamo e ne prendiamo atto, ma purtroppo rimane un impegno generico che non ci rassicura, anche perché non è stata accolta la nostra proposta di esaminare caso per caso quali opere siano eventualmente a rischio di bocciatura da parte della Commissione Europea”.